Numero dipendenti (2022)

Quantità di rifiuti radioattivi presenti (2022)

Inizio decommissioning

Anno raggiungimento brown field - fase 1

Valore raggiungimento brown field - fase 1

I PROGETTI DI DECOMMISSIONING

Ripristini e smantellamenti dei sistemi dell’edificio turbina
IN CORSO

Ripristini e smantellamenti dei sistemi dell’edificio turbina

Nell’edificio turbina si trovano i sistemi e i componenti che, durante l’esercizio, consentivano la trasformazione dell’energia termica prodotta dalla reazione nucleare in energia elettrica.

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Smantellamento del reattore
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Smantellamento del reattore

Il cuore della centrale, dove avveniva la produzione di energia da fonte nucleare, si chiama isola nucleare. È la parte più complessa da smantellare, in quanto al suo interno è contenuta la gran parte della radioattività residua della centrale.

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Demolizione del vecchio camino e costruzione del nuovo
realizzati

Demolizione del vecchio camino e costruzione del nuovo

Il camino all’epoca dell’esercizio aveva la funzione di convogliare in quota lo scarico degli effluenti gassosi provenienti dalla turbina, dal reattore e dal Radwaste.

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Realizzazione del nuovo sistema di trattamento effluenti liquidi radioattivi (Radwaste)
realizzati

Realizzazione del nuovo sistema di trattamento effluenti liquidi radioattivi (Radwaste)

I drenaggi dei pavimenti delle zone classificate, delle lavanderie dei dispositivi di radioprotezione e le attività previste dalle procedure di sorveglianza producono reflui liquidi radioattivi.

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Realizzazione delle vasche di raccolta di prima pioggia
realizzati

Realizzazione delle vasche di raccolta di prima pioggia

Le vasche di raccolta, la cui realizzazione è stata disposta dalle prescrizioni contenute nel decreto VIA del 2009, permettono di raccogliere e trattare le acque di dilavamento.

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Bonifica delle trincee
realizzati

Bonifica delle trincee

Durante l’esercizio della centrale furono realizzate tre trincee dove furono interrati, come consentito dalla normativa dell’epoca, rifiuti radioattivi di bassa attività

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Nuovo sistema di approvvigionamento idrico
realizzati

Nuovo sistema di approvvigionamento idrico

Il nuovo sistema di approvvigionamento idrico ha previsto la realizzazione di un nuovo pozzo e di nuove opere idrauliche per il trasporto dell’acqua della falda sotterranea per gli usi industriali della centrale.

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Ristrutturazione dell’opera di presa
realizzati

Ristrutturazione dell’opera di presa

L’opera di presa consente di condurre l’acqua del fiume Garigliano in centrale per utilizzarla come “vettore” degli effluenti liquidi radioattivi (acqua servizi) e per la rete degli idranti antincendio.

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Progetto D2
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Realizzazione deposito temporaneo D2

Nella centrale del Garigliano, è in corso di realizzazione un deposito temporaneo, denominato D2, destinato allo stoccaggio temporaneo dei manufatti contenenti i rifiuti pregressi, nonché di quelli derivanti dalle altre attività in corso e future legate a

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Demolizione torre idrica

La torre idrica della centrale nucleare del Garigliano era una struttura cilindrica in cemento armato che, con i suoi 72 metri d’altezza, da sempre ha caratterizzato lo skyline del sito. Rinforzata da quattro speroni a larghezza decrescente, sulla sommità

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GESTIONE DEL COMBUSTIBILE E DEI RIFIUTI

Tutto il combustibile irraggiato è stato allontanato ed è destinato al riprocessamento. I rifiuti radioattivi sono gestiti in sicurezza e stoccati nei depositi temporanei presenti nel sito, mentre i materiali convenzionali, per la maggior parte metalli e calcestruzzo, sono riutilizzati o riciclati.

AMBIENTE

A garanzia della sostenibilità ambientale, tutti gli interventi sono progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcun impatto, sia radiologico sia convenzionale, sull’ambiente.

Approfondisci RE.MO - Rete di Monitoraggio Osservatorio Ambientale del Garigliano

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La Storia della Centrale

La centrale nucleare Garigliano di Sessa Aurunca è stata costruita in quattro anni (1959 – 1963) dalla SENN, Società Elettronucleare Nazionale, su progetto dell’ingegnere Riccardo Morandi, e ha iniziato la produzione di energia elettrica nell’aprile del 1964. La centrale, un impianto del tipo BWR, Boiling Water Reactor, appartiene alla prima generazione di impianti nucleari, con una potenza di produzione elettrica di 160 MWe.

Nel 1965 la proprietà della centrale è stata assunta da Enel. L’impianto è stato in funzione fino al 1978, anno in cui è stato fermato per manutenzione. Nel 1982, dopo il terremoto dell’irpinia del 1980, la centrale è stata definitivamente disattivata. La centrale ha complessivamente prodotto 12,5 miliardi di kWh di energia elettrica. 

Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza delle strutture e degli impianti a tutela della popolazione e dell’ambiente. 

Nel 1999 Sogin è divenuta proprietaria dell’impianto con l’obiettivo di realizzare il decommissioning. 

Nel 2009 la centrale ha ottenuto il Decreto di compatibilità ambientale (VIA), ossia il provvedimento che permette di svolgere il decommissioning, così come previsto nell’Istanza di Disattivazione, proposta da Sogin nel 2001. Il decreto VIA prevede, come stabilito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che gli edifici reattore e turbina, progettati dall’ing. Riccardo Morandi e dichiarati “patrimonio architettonico del nostro Paese”, dopo la decontaminazione e lo smantellamento dei sistemi interni, non siano demoliti. 

La centrale di Garigliano è stata la seconda delle quattro centrali nucleari italiane, dopo quella di Trino, ad ottenere nel settembre 2012 il decreto di disattivazione, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico su parere dell’Autorità di sicurezza nucleare e delle altre Istituzioni competenti.