Intervista all’Amministratore Delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu su Milano Finanza

24 Marzo 2025

Lo scorso 18 marzo è stata pubblicata sul quotidiano Milano Finanza​ l’intervista all’Amministratore Delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, a cura di Angela Zoppo, nella quale sono stati trattati diversi temi, dal decommissioning nucleare in corso al ruolo che Sogin potrà avere in un eventuale ritorno dell’Italia alla produzione di energia da fonte nucleare.

"Un'operazione serietà che prima non era stata fatta": così ha descritto l’AD il lavoro appena concluso per il nuovo piano per tutte le attività di mantenimento in sicurezza e lo smantellamento delle quattro centrali nucleari e dei cinque impianti legati al ciclo del combustibile. Si prevede un investimento di circa 6 miliardi di euro fino al rilascio dell’ultimo sito previsto nel 2052, tenendo conto di fattori come inflazione, aumento dei costi delle materie prime e gestione dei rifiuti, in attesa della realizzazione del Deposito Nazionale

Guardando al futuro, Artizzu ha sottolineato che si potranno realizzare nuovi reattori anche in assenza del Deposito Nazionale poiché "gli impianti in produzione generano una minima quantità di rifiuti". Il Deposito Nazionale resta una struttura necessaria che consentirà la sistemazione dei rifiuti prodotti anche da altri impieghi, come quelli in ambito industriale o medico-sanitario.

Rispetto alla legge delega sul nucleare, l’AD ha commentato evidenziando gli elementi positivi in essa contenuti, in particolare la previsione di iter autorizzativi più snelli, insieme alla possibilità di stabilire accordi bilaterali. Ciò consentirà una standardizzazione delle procedure, contribuendo a ridurre i tempi necessari per la ripartenza del settore nucleare nel nostro Paese. 

Alla domanda “Sogin è pronta per questa nuova fase?”, Artizzu ha risposto affermativamente. Sebbene rappresenti l’ultima fase di vita di un impianto nucleare, il decommissioning include molte delle procedure necessarie per la gestione in esercizio. Sogin ha, pertanto, mantenuto un alto livello di competenza nella manutenzione e nella conduzione degli impianti, anche se non sono più in produzione. "Quando una centrale viene spenta, il combustibile rimane attivo e la gestione è molto simile. Lo smantellamento richiede enorme competenza e precisione, che mettiamo al servizio del Paese", ha concluso l’AD.

L’intervista è disponibile sulla versione digitale del quotidiano a questo link: