Nel 2018 il Governo italiano con la Legge di Bilancio 2018 ha affidato a Sogin il decommissioning (smantellamento) del reattore Ispra-1 situato nel complesso del Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea a Ispra (Varese).
Nel corso del 2018 Sogin ha avviato le prime attività di presa in carico dell’impianto. I tecnici Sogin hanno affiancato il personale del CCR per acquisire la necessaria conoscenza del sito. Le attività in questo primo periodo hanno riguardato soprattutto la perimetrazione e identificazione dell’area industriale e degli asset che saranno interessati dai lavori assieme a una ricognizione conoscitiva di natura amministrativa e tecnica. In particolare, si è trattato da un lato di approfondimenti di tipo legale e di analisi contabile e amministrativa, dall’altro di analisi volte a definire lo stato ambientale e radiologico dell'area.
Nel settembre 2019 è stato quindi firmato da Sogin e dal CCR -Ispra l
’atto di presa in carico che formalizza il trasferimento della gestione del reattore Ispra-1.
L’atto trasferisce a Sogin la titolarità dell’impianto, in attuazione della legge di ratifica
dell’accordo sottoscritto nel 2009 dal Governo Italiano e dalla
Commissione Europea, entrata in vigore il 22 maggio 2019.
Con questa firma, Sogin assume la responsabilità dello smantellamento di un ulteriore impianto nucleare italiano, dopo le quattro centrali nucleari - Trino, Caorso, Latina e Garigliano - e i cinque impianti di ricerca legati al ciclo del combustibile – Eurex di Saluggia, Fn di Bosco Marengo, Opec e Ipu di Casaccia e Itrec di Rotondella. Si riconosce così il valore dell’esperienza acquisita da Sogin nel decommissioning e nella gestione dei rifiuti radioattivi.
Le operazioni di decommissioning del reattore Ispra-1 sono programmate in tre fasi: attività preliminari, smantellamento del reattore e bonifica finale del sito. Tali attività saranno avviate solo a valle dell’approvazione da parte dell’Autorità di controllo ISIN dell’istanza di smantellamento di Fase I, presentata da Sogin il 29 aprile 2020.
A seguito della presa in carico del reattore ISPRA-1, nel 2020 Sogin ha avviato come sua prima attività il progetto che porterà allo svuotamento della piscina contenente circa 200 metri cubi d’acqua.
Questa operazione segue i lavori di rimozione dei componenti metallici attivati e dei sedimenti metallici e fangosi, portati a termine negli anni scorsi da parte del Centro Comune di Ricerca di Ispra.
Lo svuotamento della piscina prevede la filtrazione la purificazione radiologica dell’acqua presente attraverso un apposito sistema di filtrazione e trattamento, basato sulla selettività delle resine a scambio ionico per i radionuclidi ancora presenti, già adottato con successo da Sogin per la bonifica
della piscina dell'EUREX di Saluggia.
Le operazioni di svuotamento, avviate nel febbraio 2021, sono condotte progressivamente per lotti di circa 5 metri cubi ciascuno, un volume proporzionato alle capacità ricettive dell’impianto di trattamento degli effluenti liquidi del sito. Lo scarico finale dell’acqua avverrà nel rispetto della formula di scarico del sito.
La conclusione dell'attività è prevista nel 2024.
Gestione dei rifiuti radioattivi
Il volume dei rifiuti radioattivi presenti e gestiti da Sogin al 31.12.2023, classificati secondo le disposizioni del decreto interministeriale del 7 agosto 2015, è di 72 metri cubi (mc).
Il volume può variare di anno in anno con il progredire delle attività di mantenimento in sicurezza e di decommissioning e delle modalità di trattamento dei rifiuti.
Quantitativo (in metri cubi) dei rifiuti radioattivi, suddivisi per tipologia, presenti nel sito di Ispra-1 al 31.12.2023
Quantitativo (in metri cubi) dei rifiuti radioattivi, suddivisi per tipologia, presenti nel sito di Ispra-1 al 31.12.2021
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A vita media molto breve |
Attività molto bassa |
Bassa attività |
Media attività |
Alta attività |
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0 |
67 |
4 |
1 |
0 |
Totale |
72 |
La storia del reattore
Ispra-1 è un reattore di ricerca di 5 MW, ultima versione della serie Chicago-Pile 5 sviluppata da Enrico Fermi, costruito dal Consiglio Nazionale Ricerche Nucleari - poi CNEN, infine ENEA - fra il 1957 e il 1958.
Entrato in esercizio nel 1959 e utilizzato fino al 1973, è stato il primo reattore nucleare di ricerca italiano. Con l’istituzione nel 1957 della Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA), il Centro di studi nucleari di Ispra fu ceduto dall’Italia, per un periodo di 90 anni, alla stessa CEEA nel 1959, mentre il reattore Ispra-1 fu affidato alla gestione dell’EURATOM a partire dal 1 marzo 1963.
Il reattore è stato utilizzato per studi e ricerche sulla fisica del nocciolo, su nuovi materiali per la costruzione dei reattori commerciali, sui flussi neutronici e sulle loro interazioni con la materia vivente, ed ha avuto un ruolo nella formazione di una nuova generazione di tecnici per i programmi nucleari europeo e italiano.