Numero dipendenti (2022)
Quantità di rifiuti radioattivi presenti (2022)
Inizio decommissioning
Anno raggiungimento brown field - fase 1
Valore raggiungimento brown field - fase 1
Durante l’esercizio della centrale le torri di raffreddamento a umido permettevano di raffreddare l’acqua del circuito secondario in uscita.
Scopri di più
L’edificio Diesel d’emergenza ospitava i generatori di corrente da utilizzare in caso di interruzione dell’approvvigionamento di energia elettrica dall’esterno, per garantire il continuo funzionamento di tutti i sistemi di sicurezza della centrale.
Durante l’esercizio della centrale la traversa sul fiume Po favoriva l’ottimizzazione dell’approvvigionamento idrico, canalizzando l’acqua necessaria per il suo funzionamento .
L’edificio turbine, suddiviso in tre livelli e ricoperto da una struttura metallica esterna, durante l’esercizio della centrale ospitava il sistema secondario dell’impianto che permetteva di trasformare il calore del vapore in energia elettrica.
Nella centrale sono presenti due depositi temporanei per i rifiuti radioattivi, chiamati n.1 e n.2, e un buffer temporaneo, il test tank, che ospitano tutti i rifiuti pregressi presenti nel sito all’interno di contenitori di differenti tipologie.
Durante l’esercizio della centrale, il locale Test Tank ospitava due serbatoi di riserva per la raccolta dell’acqua demineralizzata derivante dal sistema radwaste.
Le resine a scambio ionico esaurite (filtri), utilizzate per la purificazione dei liquidi radioattivi, sono state prodotte durante l’esercizio della centrale (acqua di raffreddamento del reattore, piscina del combustibile, scarichi radioattivi) e, margina
Durante l’esercizio, il waste disposal era il locale che ospitava i componenti per il drenaggio e il controllo finale dei reflui liquidi della centrale prima del loro rilascio.
Nei locali che durante l’esercizio ospitavano i sistemi di ventilazione, nel 2016 è avvenuta la rimozione degli accumulatori e dai componenti del sistema di raffreddamento di emergenza.
Per completare lo smantellamento della centrale, è necessario realizzare una stazione di cementazione, con l’obiettivo di immobilizzare i rifiuti radioattivi in una matrice cementizia certificata, in linea con i criteri di stoccaggio richiesti dal Deposit
Nell’edificio reattore è contenuta la maggior parte della radioattività del sito. Per questo lo smantellamento dei sistemi, del vessel e degli altri componenti in esso presenti è tra i più complessi da realizzare.
L’edificio ausiliari, adiacente all’edificio reattore, contiene tutti i sistemi che, durante l’esercizio, permettevano il funzionamento del reattore (compresi la piscina dei purificatori e la piscina del combustibile SFP).
Tutto il combustibile irraggiato è stato allontanato per il riprocessamento. I rifiuti radioattivi sono gestiti in sicurezza e stoccati nei depositi temporanei presenti nel sito, mentre i materiali convenzionali, per la maggior parte metalli e calcestruzzo, sono riutilizzati o riciclati.
A garanzia della sostenibilità ambientale, tutti gli interventi sono progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcun impatto, sia radiologico sia convenzionale, sull’ambiente.L’impianto ha, inoltre, la registrazione EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
La centrale nucleare “Enrico Fermi” di Trino è stata costruita da un consorzio di imprese guidate da Edison e ha rappresentato la prima iniziativa industriale italiana nel settore nucleare. La sua costruzione è iniziata nel 1961. Dopo appena tre anni, nell’ottobre 1964, la centrale ha cominciato la produzione di energia elettrica. L’impianto, di tipo PWR (Pressurized Water Reactor), aveva una potenza di produzione elettrica di 270 MWe. Nel 1966 la proprietà è passata a Enel e nel 1987, all’indomani del referendum sul nucleare, la centrale è stata fermata. Nel 1990 l’impianto è stato definitivamente disattivato. Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza delle strutture e degli impianti a tutela della popolazione e dell’ambiente. La centrale, con il migliore standard di rendimento fra quelle italiane, ha complessivamente prodotto 26 miliardi di kWh di energia elettrica. Nel 1999 Sogin ne è divenuta proprietaria con l’obiettivo di realizzarne il decommissioning.
Anagrafica